La via della valle dell’Ariminus

La civiltà villanoviana di Verucchio, l’altura “a sentinella” della Valmarecchia lungo l’itinerario tra Romagna ed Etruria, si sviluppa fra IX e VI secolo irradiando la sua influenza dal Rubicone al Marano. A parlare di questa cultura dell’età del Ferro, legata all’ambito etrusco, sono i corredi delle sepolture distribuite sui pendii collinari, ai margini dell’abitato, che illustrano una società guidata dall’aristocrazia guerriera. La documentazione, confluita nelle raccolte riminesi fino alla metà del secolo scorso, comprende materiali da Verucchio (pertinenti alle fasi più antiche) e da siti della valle, da Torriana a Covignano. I ricchi corredi, rinvenuti insieme ai vasi
cinerari dalla tipica forma biconica (come si può vedere nel modellino), delineano la “carta di identità” dell’individuo: i servizi di vasellame per il banchetto, momento sociale per eccellenza, dichiarano l’appartenenza a case di rango: le armi connotano il guerriero; gli strumenti per la filatura e la tessitura, monili e cinturoni identificano la donna.
Al vertice della società si riconoscono veri e propri principi che, nella sepoltura, recano i beni personali più preziosi: gioielli eseguiti nelle tecniche più sofisticate, armi da parata, vasellame in bronzo, bardature da cavallo ed elementi del carro. Oggetti che disegnano una vivace rete di commerci e un’attività artigianale dedita alla lavorazione, innanzitutto, della ricercata ambra, giunta dal Baltico e da aree del Mediterraneo.
Emblematica di una sepoltura maschile è la tomba A che ha restituito un corredo da guerriero in bronzo con un elmo conico e uno crestato, scudi, terminali di carro, un coltello con fodero, asce, e morsi di cavallo. Esemplifica una sepoltura femminile la tomba 1 con oggetti di abbigliamento e ornamento (orecchini, fibule e collane in ambra, fermatrecce e cinturoni in bronzo) a fianco di una raffinata situla (vaso a forma di secchio), di un ago in bronzo e di morsi di cavallo.
Il percorso si conclude con testimonianze dal territorio, fra cui una lancia foliata e asce con cerchietti impressi, un raffinato cinturone in bronzo da Torriana, l’ansa di tazza, anch’essa in bronzo, con figura umana e disco con il “signore degli animali”, da Spadarolo. Numerosi, in tombe sia maschili che femminili, gli oggetti legati al cavallo a evidenziare l’importanza di questo animale per i villanoviani che lo utilizzavano in guerra, ma anche per i trasporti e le cerimonie funebri.