BALKANICA - Vite umane oltre le frontiere

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Mostra fotografica

BALKANICA - Vite umane oltre le frontiere

fotografie di Claudio Silighini

Inaugurazione venerdì 14 aprile, ore 17.30
Museo della Città "Luigi Tonini"

La mostra sarà visitabile ad ingresso libero fino al 4 giugno 2023.

Corridoio Infernale “Ricordati che dove finisce la logica, inizia la Bosnia” con questa frase si congeda dopo aver pranzato con noi, Hamdija Lipovača ex primo ministro della Bosnia Herzegovina ed ex sindaco di Bihac. In questo assioma ci sono tutte le difficoltà che una nazione sull’orlo di una crisi di nervi ha proprie. La Bosnia è stato il paese che dalla guerra dei Balcani è uscita peggio tra gli attori del conflitto, ed è ancora con le ossa rotte. La gran parte dei giovani “ la metà della forza lavoro” è emigrata nei paesi vicini come Germania e Austria, cercando un futuro sottratto al loro paese. A questo si aggiungono le nuove rotte balcaniche dei migranti, che creano una enorme crisi umanitaria alle porte dell’Europa, verso il confine Bosniaco/Croato. Rotte che attraversano Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Bosnia, Croazia e Slovenia per migranti e rifugiati prevalentemente provenienti da Siria, Iraq, Afghanistan, Libia ed Pakistan In questo momento all’interno dei confini Bosniaci sono presenti all’incirca 5mila migranti, tra campi ufficiali e oltre 500 squat sparsi tra vecchie fabbriche abbandonate ai tempi della guerra, come quelle di Krajina Metal e Dom Penzjonera a Bihac, oppure il campo di Lipa ben noto alle cronache dopo l’incendio di dicembre, Velika Kladusa ed altri campi ufficiali. L’inverno Bosniaco è molto rigido e i migranti sono allo stremo, con condizioni sanitarie assolutamente alla deriva, specialmente negli squat dove il controllo da enti come I.O.M. (che ha il controllo solo dei campi ufficiali) è logicamente non presente, questo ha portato ad una nuova ondata di scabbia tra la maggior parte degli abitanti dei campi. Purtroppo si aggiungono ulteriori tensioni, come ad esempio l’inasprimento dei rapporti tra la popolazione locale e i migranti, e lo si capisce da cartelli che sono al di fuori di semplici esercizi commerciali che vietano l’entrata a quest’ultimi. Non si può ignorare il fatto che chi cerca di attraversare i confini (the Game) finisce vittima di violenze da parte delle autorità della polizia Croata più volte richiamata dalla Unione Europea, che ha chiesto di interrompere i pushback (respingimenti illegali) Bisogna capire che è venuto il momento di denunciare queste costanti violazioni dei diritti fondamentali perpetrate nei confronti dei migranti e dei rifugiati, ponendo seriamente il tema all’attenzione delle istituzioni europee.

Claudio Silighini fotoreporter e fotogiornalista, si avvicina alla fotografia oltre 20 anni fa, dopo aver frequentato l'Isfci (Istituto Superiore di Fotografia a Roma) interessato sin da subito a tematiche sociali e a paesi con conflitti interni, opera in Palestina, Iran, Libano, Kurdistan, Turchia, Siria, Iraq, negli ultimi tempi segue tematiche legate all'Islam in paesi africani e la problematica della migrazione massiva dei migranti Medio Orientali e non solo, nei Balcani.
​Nell'ultimo anno partecipa ad un lavoro nelle terapie intensive durante le fase della pandemia di Covid 19, e conseguentemente un reportage sulla guerra in Nagorno Karabakh, tra Armenia e Azerbaijan. Ha collaborato con varie testate nazionali e Internazionali.
Ha accompagnato le spedizioni di cibo e indumenti in Bosnia organizzate da Mamre, Pausa Café, Missionland e Rainbow for Africa.