Scavi e musealizzazione

Il complesso archeologico di piazza Ferrari è stato individuato nel 1989, durante i lavori di sistemazione dei giardini pubblici.

Al rinvenimento di alcuni ruderi di età romana hanno fatto seguito, fino al 2006, sistematiche esplorazioni scientifiche: sondaggi e scavi stratigrafici che hanno permesso di scoprire un’area estesa su una superficie di oltre 700 mq.

I resti più significativi corrispondono a parte di un isolato residenziale situato al margine settentrionale dell’antica Ariminum, di fronte al litorale adriatico che all’epoca era arretrato di oltre un chilometro rispetto all’attuale.

Ai lati correvano due strade disposte ad angolo retto - un cardine ed un decumano - all’interno delle quali si erano succedute una casa di età imperiale, che comprendeva anche il settore oggi noto come domus del Chirurgo, e quindi un edificio sviluppatosi nella tarda antichità.

Oltre a questi impianti architettonici lo scavo ha riportato in luce altri elementi di interesse: tracce di pavimenti in cocciopesto attribuibili ad una prima abitazione tardorepubblicana, livelli insediativi risalenti all’alto medievo, svariate strutture databili tra il Cinquecento ed il Settecento, tra cui alcuni pozzi in muratura e silos per granaglie un tempo appartenuti ai vicini complessi religiosi di San Patrignano e delle Convertite.

L’insieme dei resti, conservato e musealizzato sul posto così come è stato scoperto dagli archeologi, offre dunque l’immagine di un’eccezionale stratificazione storica ed urbanistica che testimonia duemila anni di vita della città.